Provincia autonoma di Trento
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Tappa 2 VAL DI GRESTA - martedì 22 agosto 2023

Val di Gresta: le fortificazioni della prima linea di guerra

La tappa di oggi, martedì 22 agosto, si svolge sotto quel sole battente e cocente che caratterizza questo periodo e che pare non ci darà tregua neppure nei prossimi giorni.

Partiamo da Trento verso le 8 e, dopo un paio di fermate lungo il percorso utili a far salire alcun* partecipanti, arriviamo a Ronzo Chienis.

La piazza davanti alla chiesa è stata addobbata con le bandiere e lo striscione SCUP, oltre al simpatico tavolino, pure esso brandizzato. Qui si svolge la piccola cerimonia iniziale della giornata, con la consegna del cappellino (omaggio di quest’anno a tutti i/le partecipanti) e della credenziale.

Il gruppo prende contatto qui con la guida della giornata, un esperto locale che ha studiato le vicende della Grande guerra su questo territorio. La sua introduzione ci fa comprendere (anche grazie alla fotocopie distribuite) il peso di questo settore bellico rispetto all’insieme del fronte tra Italia e Impero austro-ungarico. Spiegandoci le ragioni della fortificazione dell’area trentina (attività già cominciata nella seconda metà dell’Ottocento) ci porta a riflettere sulle tipologie di strutture militari che incontreremo lungo il percorso.

La camminata comincia poco dopo le 9.30 ed è subito salita, sotto un sole già caldo. Dobbiamo percorrere anche alcune centinaia di metri sulla strada provinciale ma siamo tutelati dalla nostra auto di supporto, che fa rallentare il traffico veicolare.

Finalmente entriamo nel bosco. Il sentiero continua a salire sulle pendici del monte Creino ma l’ombra ci è di conforto.

La cima del monte è caratterizzata dalla presenza di numerose trincee e bunker: la guida ce ne spiega la struttura e la funzionalità, chiarendo anche alcuni aspetti della vita quotidiana dei soldati grazie alla lettura di estratti di diari e di lettere private. Le trincee austroungariche sono situate in ottimi punti di osservazione: è possibile intercettare a occhio nudo i luoghi in cui si trovavano le fortificazioni italiane, sulle pendici del monte Altissimo dall’altro lato della valle.

Un osservatorio permette anche la visione di un ampio squarcio del lago di Garda: una vista che oggi risulta molto piacevole ma allora era finalizzata solo al controllo delle truppe avversarie.

Alla croce sul Creino facciamo una sosta e poi riprendiamo la marcia discendendo il versante opposto. Camminiamo su una strada sterrata nel bosco, dove intercettiamo il percorso CreinArte, che raccoglie opere costruite in materiali naturali, soprattutto legno e pietra.

Sono ormai le 13:00 quando raggiungiamo il passo di Santa Barbara e ci fermiamo per il pranzo in un’area attrezzata all’ombra. Abbiamo la possibilità anche di sorseggiare un buon caffè in un vicino agritur e non ci facciamo mancare una partita a calciobalilla.

Riprendiamo a camminare ma con un’andatura più spedita rispetto alla mattina, anche perché la strada forestale è quasi tutta in discesa. La presenza di ombra contribuisce a rendere molto piacevole il cammino.

Passiamo accanto ad una delle numerose cappelle ed edicole dedicate a San Rocco, cui gli abitanti della valle sono stati in passato molto devoti.

Arriviamo al paese di Pannone (dovendo percorrere un altro tratto sulla strada provinciale), dove troviamo ad attenderci il nostro pullman. La camminata per oggi è finita, ma non la giornata, che ci riserva ancora cose interessanti.

Ci spostiamo con il mezzo a Manzano, dove ci aspetta la nostra guida per farci visitare il campo trincerato di Nagià Grom. Si tratta di un complesso fortificato austroungarico di notevole complessità, che costituiva la prima linea di difesa rispetto al fondovalle e alla zona di Riva (dunque contro eventuali attacchi dal lago). Le trincee costituiscono un vero reticolo, con varie strutture di supporto (cisterna, cucina, gruppi elettrogeni, bunker) e di offesa (fucilerie, cannoniere...).

Anche in questo caso la nostra guida si avvale della lettura di documenti redatti da soldati al fronte. In questo modo possiamo comprendere in modo diretto e non filtrato i più intimi sentimenti dei soldati e le vere paure di questi giovani uomini costretti alla terribile vita quotidiana al fronte.

Dopo la visita salutiamo la nostra guida, che ci ammonisce a guardare a questi reperti con la consapevolezza che non si tratta di muri e pietre senza senso ma che questi luoghi hanno visto tante persone morire ed è importante farne memoria.

Torniamo in pullman e scendiamo a Loppio, frazione di Mori, dove siamo attesi presso la comunità di Villa Mecca. È una organizzazione di servizio civile, che ci ospita generosamente per un rinfresco dissetante. Ne abbiamo davvero bisogno!

Due operatrici e un giovane in servizio civile ci illustrano l’attività della struttura, che si occupa di disagio psichico.

A questo momento di incontro intervengono anche due rappresentanti della Compagnia del Cammino di San Rocco, associazione recentemente costituita per la manutenzione e la promozione di un cammino incentrato su Mori e che interessa anche i comuni di Ronzo Chienis e Brentonico. Ci illustrano il tracciato per proporci di percorrerlo. È stato ideato come progetto di comunità nel 2020, durante la pandemia, ed è stato dedicato a San Rocco, protettore dalle epidemie, dei cui capitelli è disseminato il percorso individuato. Questo itinerario è lungo 80 km ed è percorribile in varie periodi dell’anno. Si compie in 5 giorni.

Il viaggio di ritorno è rapido. C’è tempo, però, per la premiazione giornaliera delle foto più belle scattate dai/dalle partecipanti durante la camminata.

E domani ci aspetta una nuova tappa…