Provincia autonoma di Trento
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Tappa 6 - diario del 27 agosto 2022

CamminaSCUP va avanti anche sotto la pioggia

 

Inizia con un cielo grigio la nostra ultima tappa di CamminaSCUP. Questa mattina il pullman è quasi pieno, siamo in 40. Con noi ci sono — oltre all’ormai consolidato gruppo di ragazzi, genitori e simpatizzanti — anche formatori SCUP e collaboratori. Il percorso di oggi è particolarmente suggestivo e si svolge a cavallo tra Alto Adige e Trentino: si parte dalla località montana di Cauria (Gfrill), in Südtirol, ed si prevede di arrivare alla frazione di Ponciach nel comune di Altavalle.

Il pullman ci lascia in un ampio piazzale sotto il paese di Cauria, perché la strada finisce nel paese e il mezzo non avrebbe spazio per girarsi. Dopo una breve salita tra i prati si intravvedono le nostre amate bandiere SCUP, predisposte dagli addetti dell’auto di supporto. (Ogni tappa di CamminaSCUP ha avuto un’auto al seguito per eventuali emergenze e per predisporre i punti tappa).

L’ormai abituale cerimonia di partenza prevede il saluto ai molti che oggi partecipano per la prima volta: a loro viene consegnata la credenziale e il nostro gadget. Dopo una veloce pausa caffè al bar-ristorante partiamo lungo una strada forestale pianeggiante, che fin da subito entra nel bosco. Siamo sul famoso sentiero europeo identificato dalla sigla “E5” (collega Costanza, in Austria, con Venezia), che qui coincide con l’altrettanto noto "Sentiero Italia", opera del CAI lunga 8000 km, dalle isole fino a Trieste.

Senza accorgerci attraversiamo il “confine invisibile” tra le due province e rientriamo in Trentino.

Qua e là tra i larici e gli abeti si scorge il paesaggio verso la valle dell’Adige e il Brenta, anche se le montagne sono coperte da un velo grigio e sembrano quasi sfumarsi con il cielo. Il sottobosco è magico e talvolta ci sembra di camminare su un morbido cuscino fatto di aghi di conifera. Il cielo è nuvoloso e sempre più scuro.

Mentre camminiamo ci saluta da un prato un uomo con un rastrello in mano. A fargli compagnia il fidato cane. Dopo un breve scambio di battute, ci invita a salire al suo baito. Conosciamo così il Bait del Zucherin, una splendida casetta nel bosco che si trova esattamente al limite del sentiero e che, ci spiega il proprietario, ha sempre volentieri offerto ristoro ai camminatori. Il piccolo baito tiene, infatti, un nutrito libro firme. Anche noi lasciamo le nostre. Mentre ci facciamo raccontare la storia della casa il cielo comincia a dare segnali di cambiamento e in lontananza si distingue il suono cupo del tuono.

Sappiamo che le previsioni prevedono pioggia, anche se speravamo sarebbe arrivata solo nel pomeriggio. Ma siamo attrezzati e ci prepariamo coprendo gli zaini, indossando le giacche a vento e tenendo l’ombrellino a portata di mano. Riprendiamo il cammino in direzione del Rifugio Potzmauer, dove è prevista la pausa pranzo.

L’attrezzatura non tarda ad esserci utile. Appena usciamo dal bosco più fitto ci rendiamo conto che sta piovendo con una certa intensità. Nessuno, però, sembra esserne particolarmente dispiaciuto: d’altra parte il bello del camminare è anche quello di sapersi adattare ad ogni situazione. Ad ogni goccia il bosco sprigiona tutti i suoi profumi, ci circonda e quasi ci protegge. Intorno a noi le nuvole basse e la foschia cingono le montagne regalandoci un panorama splendido. Le nostre chiacchiere si attutiscono sotto l’ombrello e il cappuccio.

Il sentiero scende verso la val di Cembra, attraversando grandi prati e fitte boscaglie.

Finalmente arriviamo al Rifugio Potzmauer, punto di sosta già previsto ma che oggi diventa particolarmente prezioso perché è l’unica possibilità di ristoro e di riparo presente nei dintorni. I due giovani che lo gestiscono ci ospitano volentieri e ci sistemiamo in una saletta foderata di legno. Possiamo consumare il pranzo al sacco e poi alcuni di noi approfittano del rifugio per gustarsi un’ottima fetta di torta con il caffè.

Carte e giochi da tavolo ci aiutano a trascorrere il tempo nell’attesa che il tempo migliori. Ma la pioggia non si placa e il nostro capogita Angelo valuta sia impossibile rispettare la tabella di marcia che era stata impostata. Poiché le previsioni meteo indicano che la pioggia si placherà solo nel tardo pomeriggio, il percorso viene ridotto e si decide discendere direttamente sulla località di Grumes, spostando in quella sede il recupero da parte del pullman.

Dopo un’oretta ripartiamo e con perfetto tempismo la pioggia si calma. Il sentiero penetra ancora nel bosco e si fa ripido per un breve tratto, per poi tornare ad essere una strada larga con tratti in piano e in discesa.

Ricomincia a piovere ma siamo ormai in vista delle prime case del paese. Camminiamo sulla strada asfaltata che ci porta al centro di Grumes, dove è in attesa il nostro pullman, con il quale arriviamo a Cembra, pochi km più in basso.

La festa finale, dunque, non si svolgerà a Ponciach, come era previsto, presso la sede dell’associazione “Valle aperta”, ma nell’oratorio del capoluogo della valle, che offre ampi spazi, gentilmente messi a disposizione.

Siamo accolti dagli striscioni e dalle bandiere, in perfetto stile SCUP. Troviamo una sala allestita per lo spettacolo e anche per la cena. Ci asciughiamo e ci rifocilliamo con un buon the caldo.

Valle aperta opera nel settore della psichiatria e gestisce una comunità residenziale e una casa di sollievo. Nel tempo alcuni ospiti, coadiuvati da volontari esperti, hanno messo insieme una band, specializzata in musica anni 60 e 70. Oggi sono presenti anche diversi volontari e alcuni operatori, oltre a vari ospiti. Nel frattempo si è unito un gruppo di Villa Sant’Ignazio, guidato dalla presidente: hanno risposto all’invito rivolto a tutte le organizzazioni di servizio civile e oggi sono qui a fare festa con noi.

In tutto in sala ci sono in tutto quasi 100 persone.

Dopo le prime 6 canzoni (cantate anche dal pubblico!), due giovani (una che sta svolgendo il servizio civile a Valle aperta ed una che lo ha appena terminato) raccontano con entusiasmo la loro esperienza e la loro soddisfazione.

È ora di mangiare. L’Ufficio Servizio civile ha portato un buffet con antipasti, primi e dolci; Valle aperta ha preparato un numero grandissimo di tranci di ottima pizza. L’appetito non manca ma, nonostante questo, alla fine avanzerà un bel po’ di roba.

Arriva il momento più atteso della festa: le premiazioni di CamminaSCUP, presentate dal direttore dell’Ufficio Servizio civile. Vengono innanzitutto premiati i/le tre vincitori/vincitrici del contest fotografico della tappa: ricevono uno shopper SCUP.

A seguire si premiano le tre foto più belle delle tre categorie che caratterizzavano il contest: paesaggi, ritratti, imprevisti. Una giuria di esperti le individua  tra quelle che hanno ottenuto il premio di giornata nelle 6 tappe del trekking.

Si passa poi al riconoscimento per l’impegno di SCUPlogging, che proponeva di raccogliere i rifiuti abbandonati lungo i sentieri che abbiamo percorso. Tra tutti coloro che si sono dati da fare a”pulire l’ambiente” vengono estratti tre premi: un assortimento di cancelleria, una chiavetta USB, una borraccia (tutto brandizzato SCUP).

Infine si lascia spazio e ci si complimenta con gli 11 partecipanti che hanno camminato tutte le sei tappe di CamminaSCUP. Sono stati volenterosi, coraggiosi, costanti, intrepidi: a ognuno di loro va l’ambita felpa SCUP.

Spazio ancora alla musica, con altre 6 canzoni e un fuori programma proposto dai partecipanti al trekking. Il pubblico partecipa attivamente, cantando e ballando. Sono tante le risate.

Il direttore dell’Ufficio formula i ringraziamenti che si dice siano “di rito”, ma in questo caso sono sinceri e sentiti: a chi ha accettato di camminare, a chi ha operato per rendere possibile il tutto, ai sindaci che ci hanno accolto, alle organizzazioni che hanno contribuito, a Valle aperta che ci ha ospitato oggi.

Sembra quasi che non si voglia tornare a casa. Si decide di lasciare un segno firmando tutti una delle bandiere SCUP e si scatta un’ultima foto di gruppo davanti al pullman.

Intanto ha smesso di piovere e spunta un raggio di sole. Anche lui ci saluta.

Si prende la strada di Trento. Qui ci salutiamo con un po' di malinconia, ma con l’idea di rivederci l’anno prossimo. L’appuntamento sarà sempre agli stalli degli autobus turistici di via Torre Verde, pronti a partire per una nuova tappa di CamminaSCUP.