Provincia autonoma di Trento
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Tappa 1 - diario del 22 agosto 2022

Tra i boschi e le opere d’arte della Val Rendena

 

La prima giornata dell’edizione 2022 di CamminaSCUP si è svolta lunedì 22 agosto.

Si sono iscritte per partecipare ben 45 persone. Molti sono giovani attualmente in servizio civile o che lo hanno svolto in passato e loro amici interessati a questa esperienza. Gli altri sono adulti: personale delle organizzazioni di servizio civile, in particolare tutor nei progetti, genitori, formatori e componenti l’Ufficio. In effetti, uno degli scopi di questo trekking è quello di incontrare le realtà del territorio legate al servizio civile, rimanendo comunque aperti verso esterni che volessero conoscere il questo “mondo”.

La tappa di oggi parte da Madonna di Campiglio, che raggiungiamo in autobus dopo un viaggio non breve. Nella famosa località montana è stata allestito il punto di partenza con bandiere e striscioni SCUP, oltre all’ormai mitico tavolino brandizzato con il marchio SCUP e con il logo della Provincia autonoma di Trento.

La sindaca del comune di Spiazzo, diventato ente di servizio civile da pochi mesi, porta il saluto della valle Rendena e ciò è particolarmente significativo perché non basta camminare ma bisogna anche conoscere ed entrare in contatto con il territorio dove ci si trova.

Si uniscono al gruppo anche alcuni utenti, accompagnati da volontari ed operatori, della cooperativa Incontra, altra realtà di servizio civile. Cammineranno con noi per la prima metà del percorso.

L’aria è fresca, serve indossare la felpa ma la giornata è luminosissima e soleggiata.

Si parte in direzione sud, uscendo dall’abitato e poi camminando in mezzo al bosco ombroso e aperto, che lascia trasparire alcune viste incantevoli sulla catena del Brenta.

Il percorso è praticamente in discesa e in poco più di un’ora raggiungiamo le cascate di mezzo, accanto alle quali sorge il rifugio omonimo. Un posto da visitare, raggiungibile solo a piedi, in cui potersi fermare per ammirare l’altissima caduta di acqua e mangiare qualcosa al rifugio.

Riprendiamo il cammino continuando a discendere la valle del Sarca e inserendoci nel sentiero di San Vili, un percorso molto noto che ripercorre la via che nell’antichità servì per trasportare il corpo di San Vigilio fino al duomo di Trento. Questo santo è il patrono della diocesi.

Camminiamo quasi sempre sui strade forestali, che nei tratti abitati sono asfaltate, raramente su sentiero.

La sosta per il pranzo è prevista nel paese di Sant’Antonio di Mavignola. Il punto tappa, allestito con striscioni e bandiere, è un parco pubblico e noi consumiamo i nostri panini all’ombra di alcuni alberi maestosi.

Riprendiamo la marcia sotto un sole che batte implacabile: la temperatura è solita a 30 gradi. Si fatica. Dobbiamo camminare lungo la statale per alcune centinaia di metri, poi imbocchiamo una strada secondaria per ammirare la piccola chiesa intitolata al santo che dà il nome al paese. Essa conserva alcuni affreschi datati attorno al 1540 e attribuiti a Simone II Baschenis. Sant'Antonio abate, eremita egiziano, è vissuto tra III e IV secolo ed è venerato come il protettore degli animali domestici. All'interno è possibile vedere le croci di consacrazione della chiesa alle pareti: in genere erano 12 e venivano dipinte nei punti in cui il muro era stato segnato con l'olio santo. Tutte queste informazioni ci vengono spiegate da Nadia, esperta di arte che collabora con l’Ufficio Servizio civile.

Camminiamo su asfalto e poi su sterrato e in circa un’ora arriviamo alle porte di Carisolo, dove ammiriamo un affresco di contenuto religioso cinquecentesco sull’esterno di una abitazione lungo la strada e un curioso capitello di forma triangolare.

Passiamo sul lungo ponte sul Sarca, attraversiamo la statale e ci inoltriamo nell’abitato, che abbandoniamo subito per salire verso la val Genova. Dobbiamo camminare sulla strada ma dopo alcune centinaia di metri ritroviamo il sentiero, che scende nella valle e attraversa un castagneto dove la tradizione vuole che le "streghe" della valle siano state tramutate in fiori. L'area si presenta come un giardino botanico di notevole bellezza, in cui le varietà di piante si alternano a sculture in legno. Sembra un posto silenzioso in cui poter passare alcune ore in tranquillità e con una splendida vista verso il gruppo dell’Adamello.

Risaliamo la val Genova fino ad incontrare la splendida chiesa di Santo Stefano, costruita su uno sperone roccioso (da cui si domina la valle) dove fu necessario portare anche la terra per realizzare, accanto, il cimitero del paese. Nata nell’XI secolo come una semplice cappella dedicata a San Michele Arcangelo, viene poi ampliata con successive ricostruzioni fino a raggiungere l'aspetto attuale. Anche la dedica è cambiata: pur essendo conservato all'interno un altare dedicato a San Michele, è oggi intitolata a Santo Stefano.

Una delle guide volontarie che accudiscono il luogo ci illustra gli affreschi della chiesa, anche questi legati al lavoro della famiglia Baschenis. Sulla parete esterna si può ancora vedere, anche se rovinata per via delle intemperie, una “danza macabra” che racconta gli effetti della morte su esponenti delle varie categorie dell'epoca. È una prova generale della “danza macabra” di Pinzolo, più conosciuta perché meglio conservata e più centrale rispetto all’abitato.

Un ultimo sforzo e in circa tre quarti d’ora raggiungiamo la mèta di giornata: le cascate del Nardis. Lo spettacolo naturale è veramente grandioso e mentre scattiamo un bel po’ di foto ci lasciamo inondare dalla nube di goccioline che cade in giù: un po' di refrigerio dopo una giornata molto assolata. È anche il momento per un breve riposo e per fare la foto di gruppo.

Conclusa la camminata, l’autobus ci permette di ridiscendere a Carisolo, dove la cooperativa Incontra e la Pro loco ci accolgono per la conclusione della giornata e ci offrono un apprezzatissimo e generoso rinfresco. In quella sede si dichiarano i vincitori del concorso fotografico tra i partecipanti e si riordinano i rifiuti che i partecipanti hanno recuperato lungo il percorso.

È stata una giornata belle e simpatica, che ha permesso di conoscerci tra di noi e stringere nuove conoscenze, perché abbiamo condiviso la fatica del cammino e la soddisfazione di vedere tanti luoghi bellissimi e vivere nella natura.

Domani si riparte. Alcuni partecipanti torneranno, altri cambieranno. Ma CamminaSCUP va avanti e si cimenta con la seconda tappa.