Provincia autonoma di Trento
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28 agosto - da Bosentino a Trento - diario di viaggio

C’è un po’ di emozione nella partenza di oggi, perché finisce questa avvincente e coinvolgente avventura. Siamo ben 42 a salire sull’autobus che ci porta in quel di Bosentino: insieme alla terza tappa, è il numero più alto di partecipanti in una singola giornata. Oggi abbiamo la gradita presenza di un’organizzazione di servizio civile, la cooperativa ABC IRIFOR, che ha risposto all’appello del servizio civile e partecipa con tre persone ipovedenti e tre operatrici.

MeteoTrentino prevede pioggia quasi certa e difatti ci sono molte nuvole in cielo. Siamo attrezzati per la pioggia e partiamo sereni.

Il bus ci scarica al parco delle strutture sportive di Bosentino, dove si svolge la piccola cerimonia di consegna della credenziale e della borraccia SCUP. Interviene per un saluto Francesca, in rappresentanza del Gruppo cooperativo SPES, una organizzazione di servizio civile che gestisce una struttura presente sul percorso di oggi.

Partiamo con l’intento dichiarato di non lasciare sfilacciare il gruppo durante la marcia. A chiuderlo c’è sempre una persona che regge una bandiera SCUP, anche per aumentare la visibilità in caso di passaggio su strade trafficate.

In pochi minuti siamo al Santuario della Madonna del Feles, poco sopra il paese. Grazie all’interessamento dell’assessora comunale alle politiche giovanili, sono presenti il parroco e un suo collaboratore, che raccontano la storia della chiesa, sorta sul luogo di una apparizione della Madonna. Spiegano anche i dipinti visibili all’interno.

Pochi passi più su c’è Castel Vigolo, un palazzotto scuro di origine medievale, che racchiude una grande storia. Si tratta di un edificio di sproprierà privata, normalmente non accessibile. L’assessora comunale alle politiche giovanili è stata così gentile da attivarsi per ottenere dai proprietari (da ringraziare) la possibilità di visitare il cortile e la torre di avvistamento, recentemente ristrutturata.

Riprendiamo il cammino mentre il cielo si è ormai liberato dalle nubi e splende il sole in un cielo azzurro e terso. Comincia a far caldo.

Un altro km e arriviamo a Vigolo Vattaro, passando sotto Casa “Santa Maria”, già sede di un progetto di servizio civile, e accanto al Centro giovani “Il rombo”, così denominato per la forma dell’edificio (che ospita anche la biblioteca).

Ci concediamo una pausa approfittando chi delle patatine fritte di street food, chi del bar, chi della pasticceria. Sì, è vero: ce la stiamo prendendo con calma, ma è anche l’ultima tappa!

Usciamo dal paese mentre la strada sale leggermente passando in mezzo ai campi per poi entrare nel bosco. Bella da questo punto la visuale sull’intero gruppo della Vigolana.

Camminiamo per oltre un’ora in piano nel bosco, con alcuni saliscendi. Ad un certo punto il sentiero si fa più ripido e scende verso il fondovalle. Arriviamo poco sopra la strada statale di Valsorda per visitare il Forte Brusafèr, struttura militare costruita dall’esercito imperiale all’interno della cosiddetta “Fortezza di Trento”. Dopo il 1866, infatti, quando un’eroica pattuglia dell’esercito sabaudo arrivò fino a Valsorda (ancora oggi lungo la statale c’è un cippo che ricorda la morte di questo coraggioso drappello piemontese), gli Austroungarici costruirono due forti per chiudere la valle (il secondo è Forte Fornàs, sull’altro lato della valle).

È ormai quasi l’una del pomeriggio e ci fermiamo sul prato davanti al forte per consumare il pranzo al sacco. Il momento del pasto è importante perché facilita la relazione e la comunicazione e contribuisce molto a “creare” il gruppo.

Ci vuole un’altra oretta di strada sterrata e sentiero in forte discesa per entrare nel territorio comunale di Trento e raggiungere il parco dei Bindesi. Qui facciamo un’altra breve sosta nello spazio predisposto da Fosca e Sara, che oggi presidiano l’auto di supporto.

Imbocchiamo il “sentiero degli aquiloni”, costruito diversi anni fa (e poco manutenuto, a dire il vero) che è stato costruito in modo da essere percorribile da persone ipovedenti. Un punto panoramico ci mostra una ampia veduta sulla piana di Trento. Scendiamo verso la frazione San Rocco, poi puntiamo sulla Grotta (sempre su sentiero) ed infine sbuchiamo a Villazzano.

Attraversiamo il parco di Villa De Mersi, proprio mentre si conclude un matrimonio, con la sposa in bianco. A proposito: per le previsioni doveva essere una “sposa bagnata” ma in realtà c’è un bel sole. Anche noi siamo stati fortunati!

Sempre camminando con attenzione sul marciapiede percorriamo la provinciale che va verso Povo e imbocchiamo via Valnigra. Il fondo è sterrato nella prima parte, poi di nuovo asfaltato. Passiamo sotto la ferrovia della Valsugana e in breve entriamo nel parco di Gocciadoro. Lo attraversiamo in tutta la sua lunghezza, non senza qualche erta (ma breve) salita. Eccoci al Villaggio SOS e di qui di nuovo in discesa verso la città.

Per via Mondello, via Tofane e via Gorizia arriviamo al ponte bailey di fronte al Liceo Galilei e scendiamo via Grazioli in tutta la sua lunghezza. Ci piacerebbe occupare l’intersa carreggiata, cantando a squarciagola la nostra gioia di aver portato a termine l’impresa. (Ovviamente non lo facciamo, anche se siamo orgogliosi di questa bella esperienza).

Davanti all’Ufficio servizio civile, Fosca e Sara hanno preparato l’accoglienza con striscioni e bandiere e ci offrono corroboranti bibite.

È d’obbligo una foto ricordo di tutti i camminatori sulla scala di accesso del palazzo. Poi il direttore dell’Ufficio ringrazia i partecipanti e tutte le persone che hanno contribuito alla buona riuscita di CamminaSCUP. Si dichiara soddisfatto di come il trekking si è sviluppato e del clima che si è respirato nei giorni di marcia. Uno zainetto marchiato SCUP viene omaggiato alle 5 persone che sono state presenti con continuità in tutte le tappe.

La festicciola si conclude con la performance musicale (applauditissima) di Tiziana e Francesco, che deliziano i presenti con veri virtuosismi nel riproporre alcune cover degli anni 60.

CamminaSCUP è finito ma ci sarà ancora un diario che uscirà domani, con alcune osservazioni e valutazioni dell’esperienza. È importante tirare le somme quando si vive qualcosa di importante! Dunque, diamo ai nostri lettori ancora un arrivederci!