Tra i giovani... si diventa adulti
"…l’esperienza mi sta decisamente lanciando verso il mondo degli adulti..."
(le parole di Michael, Irene, Giovanni e Samuele)
L’educazione di minori e adolescenti e il confronto con questi mondi, non è sempre cosa semplice.
Lo sanno bene, Michael, Irene, Giovanni, Samuele, giovani in servizio civile impegnati presso Noi Trento, associazione che coordina e gestisce gli oratori ed i circoli del Trentino.
Il loro progetto “Lab.Oratori di Talenti”, prevedendo proprio il lavoro per e con i giovani, si sviluppa su due filoni di intervento distinti, ma ben collegati l’uno con l’altro: la parte amministrativo-gestionale che vede impegnata Irene verso la pianificazione, progettazione e coordinamento di progetti locali relativi al mondo giovanile presso la sede centrale di Piazza Fiera, e il settore maggiormente “operativo” all'interno di alcune realtà oratoriali locali, che occupa Michael, Giovanni e Samuele, attivi nell’avviamento e/o potenziamento di attività ludico-ricreative, formative, sportive e di gestione del tempo libero di minori e adolescenti, anche con disagio giovanile e/o con difficoltà scolastica.
Nonostante il progetto si sviluppi su questi due binari distinti, i ragazzi condividono delle attività comuni: la progettazione e realizzazione di itinerari formativi a favore dei volontari/animatori che operano (o andranno ad operare) negli oratori, oltre che la strutturazione di un lavoro di rete tra giovani, associazionismo, istituzioni e territorio.
I ragazzi sono unanimi: lavorare a stretto contatto con il mondo giovanile è un’esperienza stimolante, ma racchiude in sé anche una serie di doveri, impegni e assunzioni di responsabilità. Infatti, “dal punto di vista relazionale ti svegli un sacco… sei costretto a parlare, a confrontarti con gli operatori, con i colleghi di servizio civile, con i ragazzi stessi, per proporre cose, per riuscire a generare in loro curiosità rispetto alle attività che vuoi portare avanti”. Concordando, un altro di loro spiega che questa esperienza irrimediabilmente induce ad un’apertura e un confronto più ampio dal semplice lavoro con i ragazzi: “ti relazioni con loro, ma anche con i loro genitori, con gli educatori, che ti chiedono come sta andando… l’esperienza mi sta decisamente lanciando verso il mondo degli adulti”. Ci si rende in altri termini conto che nonostante si sia attorniati da altri giovani, spesso con un’età anagrafica non troppo distante dalla propria, “sei tu che devi portare avanti le attività, per questo sento che il carico di lavoro è su di me, è sotto la mia responsabilità… tutti i giorni per molte ore sono in oratorio ed è lì che mi è richiesto che tutto funzioni per il meglio”.
L’impegno e la serietà richiesti nello svolgimento del progetto sono dunque molti, ma ciò non sembra spaventare i giovani di “Lab.Oratori”, anzi, uno di loro ci rivela che, attraverso questa esperienza, “sto capendo davvero cosa mi piacerebbe fare in futuro”.
Un servizio civile, dunque, che richiede di portare con sé nel quotidiano un approccio, una mentalità ed un’energia giovane nel lavoro con i ragazzi, ma che altrettanto prevede di leggere la realtà da una prospettiva adulta, di prendere decisioni e posizione, di assumersi nuove e inedite responsabilità, di progettare con uno sguardo maturo e consapevole.
A cura di S. Michelini