Un ricordo di felicità
#dieciannidiSCUP - 2014 -
Aurora, in servizio civile presso il Comune di Trento.
Vi assicuro che per me aver fatto parte dello SCUP è stato un onore e una delle esperienze più belle della mia vita.
Sarà che la mia materia preferita è sempre stata l’educazione civica (ma che noia, direte voi!), sarà che ho sempre adorato le biblioteche (come sopra), sarà che con le persone anziane ho sempre avuto più feeling che con i miei coetanei… fatto sta che il mio servizio civile provinciale, svolto nel 2014 presso la biblioteca comunale di Trento con un progetto che impiegava me e il mio collega Mattia (che approfitto per salutare!) in letture ad alta voce presso le case di riposo, è stato un’esperienza che ho vissuto con un entusiasmo e una passione forse mai più ritrovata nella mia vita per un lasso temporale così lungo.
Non voglio sembrare falsamente mielosa, ma il mio ricordo è di felicità. Ho svolto il servizio civile a cavallo con l’ultimo anno di università, a luglio 2014 mi sono laureata e ad ottobre 2014 ho concluso il mio anno di servizio civile. Questo connubio mi ha aiutata a laurearmi in corso: avevo da poco terminato uno stage al tribunale di Trento presso la cancelleria GIP-GUP che mi aveva destabilizzata soprattutto a livello emotivo: l’aula di tribunale mi sembrava solo un teatrino per sfoggiare e/o ottenere potere, altro che giustizia... (Ma questa è un'altra storia e forse ora — più matura, o più vecchia se vogliamo — guarderei con altro sguardo, più realista e meno idealista anche questa esperienza).
In ogni caso il servizio civile mi ha aperto le porte per un sguardo sul "sociale" e ho scoperto che era il mondo in cui avrei voluto stare, quantomeno per un po'. Nel contempo ho incontrato l’idea della Giustizia Riparativa ed entrambe le esperienze sono state le mie ancore di salvezza in un momento di estrema confusione. Forse davvero nulla avviene per caso perché in realtà questi due mondi hanno tanti aspetti perpendicolari (paralleli non renderebbe adeguatamente quello che intendo).
E quindi a ragion veduta posso dire che il servizio civile mi ha cambiato la vita, come forse qualsiasi esperienza potrebbe fare se solo si ha la voglia di approfondirne il significato. E qui si inserisce la continuazione della mia esperienza nel mondo del servizio civile, questa volta come peer leader.
È proprio questo valore legato all'approfondimento, alla ricerca di senso, all'incontro e confronto delle varie esperienze tra i/le giovani che più mi è piaciuto del mio nuovo ruolo. Ho potuto completare un percorso ed acquisire una visione globale della proposta del servizio civile, che non può, anzi non deve, essere confuso con un’esperienza lavorativa, ma di sicuro è un’esperienza formativa in cui hai, per un periodo medio-lungo, contatti con figure professionali e ti inserisci in un ambiente professionale in cui maturi un’educazione al lavoro, all’impegno.
La vera magia del servizio civile sta nella sua tridimensionalità, che esprimo con tre parole:
- volontarietà: la partecipazione è una scelta personale ed è importante che la si viva essendo nel "volere" e non nel "dovere";
- impegno: è un ruolo da interpretare con serietà, sana leggerezza e uno spirito libero e costruttivamente critico;
- senso: perché decidi di prenderti un anno per te, per cominciare a capire come vuoi muoverti nel mondo, per diventare un cittadino più consapevole e dinamico, per prenderti cura di te prima che degli altri!
Insomma, è difficile separarsi dal servizio civile e in un certo senso io ancora non l'ho fatto.
Forse non lo farò mai.
Aurora Pietragalla - servizio civile provinciale 2013-14 presso il Comune di Trento