Se lo si riesce ad adattare alle proprie esigenze il servizio civile può dare molto
Elisabetta ha svolto il suo progetto presso il Centro Astalli
Ho scelto di svolgere il servizio civile al Centro Astalli Trento, un’associazione che lavora con persone rifugiate e richiedenti asilo, per l’attinenza tra le tematiche di cui si occupa e il mio percorso di studi.
Ho scelto un progetto incentrato sulla sensibilizzazione, perché credo che il cambiamento culturale possa essere il motore di tutti gli altri cambiamenti, tra cui quello politico. È in questo senso che penso di poter contribuire, nel mio piccolo, a cambiare l’approccio della nostra società verso il tema delle migrazioni.
La mia aspettativa principale era di maturare delle competenze lavorative in quest’ambito, dopo essermi formata dal punto di vista teorico sul tema delle migrazioni e dell’asilo all’università.
Nella scelta del progetto sono andata abbastanza a colpo sicuro. Sapevo già l’ambito in cui volevo fare servizio civile, e quando ho trovato il progetto per cui mi sono poi candidata, mi sembrava perfetto per quello che stavo cercando.
L’accoglienza nell’associazione è stata molto positiva fin dal primo momento. Mi sono trovata da subito molto bene con l’equipe di lavoro in cui sono stata inserita. Con il tempo ho avuto modo di conoscere anche le altre componenti dell’associazione. L’accoglienza è stata buona a ogni livello, tanto da farmi sentire in breve tempo di appartenere a questa realtà.
Durante il servizio civile mi sono occupata soprattutto di comunicazione, eventi, e soprattutto dei percorsi formativi nelle scuole, il settore che più mi ha appassionato. Durante il mio anno di servizio civile ho incontrato molte classi di scuole elementari, medie e superiori, per parlare di migrazioni forzate, delle rotte migratorie che conducono in Italia, delle persone che compiono questi viaggi disperati e del perché sono costrette a compierli.
Confrontarmi con i/le bambini/e e i/le ragazzi/e che ho incontrato mi ha arricchito moltissimo.
Non c’è stata una cosa che in assoluto non mi è piaciuto fare. I social non mi hanno mai appassionato ma, nonostante ciò, la mia passione per la scrittura e l’importanza che attribuisco al fare sensibilizzazione hanno reso piacevole anche il lavoro di comunicazione sui social.
Sono stata molto fortunata ad aver fatto quest’esperienza di servizio civile non da sola, ma assieme ad altri ragazzi e ragazze (inizialmente tre, poi cinque) con cui è nata da subito una bellissima amicizia che continua a legarci anche a servizio civile concluso. Essere parte di questo gruppo ha reso l’esperienza ancora più bella e importante, da un punto di vista personale.
Non ho fatto la certificazione delle competenze, nonostante me lo fossi ripromesso! Rimandare è il mio sport preferito.
In merito alla formazione generale, trovo sia molto importante che il servizio civile offra quest’opportunità alle persone che fanno quest’esperienza. Oltre che dal punto di vista formativo, le formazioni generali sono state delle belle occasioni per conoscere e ritrovare periodicamente persone in servizio civile in altri enti. Purtroppo, però, alcune formazioni generali mi hanno delusa. Ricordo in particolare una formatrice fare a più riprese dei commenti davvero spiacevoli sulla nostra generazione, definendola troppo esigente in termini di stipendi e condizioni di lavoro, dimenticandosi di avere di fronte una platea di giovani, alcuni dei quali formati e con alle spalle altre esperienze lavorative, che stavano facendo un’esperienza simil-lavorativa a 600 euro al mese. Quando ne ho sentito il bisogno, ho scritto dei commenti anche molto critici nello spazio dedicato delle schede di valutazione delle formazioni. Spero che siano stati letti e presi in considerazione, perché è un peccato che dei momenti così importanti non vengano fatti fruttare o siano addirittura controproducenti!
La formazione specifica è stata molto utile per comprendere, passo dopo passo, il funzionamento dell’organizzazione e le questioni legate alle specifiche aree di cui si compone. La formazione ci è stata proposta durante tutto l’anno, ed è stata anche una bella occasione per avere delle attività comuni come gruppo SCUP, dato che eravamo attive/i su aree diverse.
Sono stata molto soddisfatta di quest’esperienza, anche perché nel mio caso è sfociata in un’assunzione. Per me il servizio civile è stato un ingresso graduale in un’associazione in cui penso di poter dare molto come dipendente.
Durante l’anno di servizio civile ho incontrato persone di età diverse e in situazioni molto diverse: da ragazze/i diplomati da poco che devono ancora capire cosa fare nella vita, a chi ha deciso di fare il servizio civile per prendersi una pausa dallo studio o dal lavoro e sperimentarsi in un ambito nuovo, a chi, come me, una volta finiti gli studi e con le idee (abbastanza) chiare su cosa fare nel futuro, vede il servizio civile come un ponte verso il mondo del lavoro. Da quello che ho visto, se lo si riesce ad adattare alle proprie esigenze il servizio civile può dare molto a persone in situazioni molto diverse.