Provincia autonoma di Trento

L’anno all’estero che non ho mai fatto!

Martina vuole diventare un'interprete della lingua dei segni.

Ho svolto il servizio civile all’Ente Nazionale Sordi, nella sezione provinciale di Trento. Ho scelto questo progetto senza pensarci due volte, perché era perfettamente in linea con il mio percorso di studi. Da anni mi occupo infatti di Lingua dei Segni e spero di diventare molto presto un’interprete professionista. In questo senso il progetto di Servizio Civile mi si presentava, tra le altre cose, come una “full immersion” linguistica e un’occasione per conoscere di persona i membri della comunità sorda. Insomma… l’anno all’estero che non ho mai fatto!

Le mie aspettative erano principalmente quelle di avere contatto con la comunità sorda del territorio e già questo mi era sufficiente per sentirmi nel posto giusto al momento giusto. Nonostante nel progetto fossero ben descritte le mansioni previste però, non riuscivo ad immaginarmi con precisione come sarebbe stato il lavoro nel dettaglio. Questa sorta di incertezza è stata un elemento positivo perché mi ha fatto cominciare l’esperienza con emozione e curiosità nonostante conoscessi già in parte l’associazione e in generale il mondo della Sordità.

Il primo giorno di Servizio mi è stata presentata la struttura e mi sono stati spiegati a grandi linee i ruoli e le mansioni degli operatori dell’associazione. È in quest’occasione che ho conosciuto la mia compagna di avventure Lucia, la giovane SCUP con cui ho condiviso l’anno di Servizio Civile. L’esperienza è stata fin da subito immersiva: la presidente e i consiglieri dell’ENS sono per statuto persone sorde e dal primo momento ci è stato richiesto di adottare gli accorgimenti che sono richiesti per agevolare la comunicazione. Il lavoro è partito con calma per darci la possibilità di familiarizzare con gli utenti e con l’ambiente e per questo i primi giorni sono stati per lo più di osservazione e di conoscenza reciproca. La nostra OLP Cristina ci ha fatto una panoramica delle principali attività dell’associazione e ci ha elencato quali sarebbero state le nostre possibili mansioni, specificando che avremmo potuto comunque indicarle su cosa avremmo preferito concentrarci in base alle nostre attitudini e ai nostri interessi. La presidente Brunella si occupava volta per volta di presentarci agli utenti e di spiegare loro il nostro ruolo e questo è stato spesso fondamentale per rompere il ghiaccio ed aggirare qualunque tipo di diffidenza.

Una volta entrati nel pieno del lavoro mi sono concentrata soprattutto sugli interventi di mediazione e sull’attività di segretariato sociale. Non riesco a descrivere a parole quanto ogni utente con cui ho avuto la possibilità di interagire abbia rappresentato per me un inestimabile arricchimento. Le mie competenze in LIS sono state apprezzate e valorizzate ed ho potuto con molta soddisfazione mettere in pratica tutto ciò che avevo studiato negli anni precedenti e sentirmi utile. Oltre che la conferma della mia predisposizione nel lavorare a contatto con le persone ho scoperto molto interessanti attività come l’organizzazione di piccoli eventi, la creazione di locandine, la gestione dei canali social e del sito, l’ideazione e la stesura di progetti.

Nel corso dell’anno ho spaziato da un’attività all’altra cercando sempre di sperimentarmi anche sulle mansioni che mi risultavano più ostiche. Alla fine del percorso mi sento di dire sicuramente di aver consolidato le mie competenze pregresse, ma soprattutto e con sorpresa di aver accresciuto quelle relative alle attività che mi mettevano più in difficoltà. Le mansioni di segreteria e di archiviazione e più in generale l’organizzazione e la programmazione del lavoro mi hanno messo più volte a dura prova, ma mi hanno aiutata ad individuare i miei punti deboli e a trovare dei metodi per limarli.

Il fatto di aver condiviso con un’altra ragazza l’anno di Servizio Civile mi ha permesso di mantenere un duplice sguardo sull’esperienza e di poter avere un confronto costante sull’andamento del progetto.

La formazione generale è stata positiva sotto molti punti di vista e sempre ben organizzata. Ho apprezzato molto le formazioni obbligatorie che mi hanno dato gli strumenti per acquisire consapevolezza sulle competenze di cui mi stavo impadronendo e per valorizzare al meglio il percorso che stavo facendo... Il tempo passa in fretta ed è facile non rendersi conto dei passi da gigante che stiamo facendo! Gli argomenti proposti sono sempre stati affrontati in modo fruibile e interessante, ma la cosa che ho apprezzato di più è stata ovviamente la possibilità di poter conoscere tantissime persone che stavano vivendo un’esperienza simile alla mia. Durante questi incontri ho stretto dei legami che continuano tuttora a percorso concluso.

Anche la formazione specifica è stata di fondamentale importanza, soprattutto per chiedere informazioni e chiarire dei punti e delle nozioni che nella frenesia del lavoro è facile non si riescano ad approfondire. Nel mio caso mi è servita per capire il funzionamento e la storia dell’ENS, per leggere con attenzione lo statuto, per raccogliere informazioni sui ruoli professionali che ruotano attorno alla comunità sorda e alla Lingua dei Segni, per avere una panoramica dei tipi di sordità e della legislazione di riferimento.

Come ho già scritto, all’inizio in questi 12 mesi mi sono sentita al posto giusto nel momento giusto. Ho potuto crescere e sperimentarmi in un ambiente in cui ogni giorno mi veniva insegnato qualcosa e di essere retribuita per questo. Consiglio il Servizio Civile, alle persone che si sentono “perse” e che non hanno ancora trovato una strada che li faccia sentire realizzati, a chi ha le idee ben chiare e sta cercando conferme e un posto per fare esperienza professionale, a chi è in una fase di stallo oppure ha voglia di cambiare strada e non sa da che punto partire.