Provincia autonoma di Trento

Il servizio civile fornisce uno slancio verso un settore di proprio interesse

Elena Piva, scup presso il comune di Dro, ci racconta la sua esperienza.

 

  • In quale ente hai fatto servizio civile? Ho svolto servizio civile presso un ente pubblico territoriale, il Comune di Dro (TN). Nello specifico, ho avuto modo di seguire giorno dopo giorno l'operato dell'Assessorato alla cultura, all'istruzione, alle politiche per l'infanzia e la famiglia, alle politiche giovanili e alle pari opportunità.
  • Perché hai scelto quel progetto? Il mio percorso accademico mi ha portata, dopo una triennale in Lettere Moderne, ad approfondire le strategie comunicative pubbliche e politiche. Da giornalista, ho reputato stuzzicante l'opportunità di osservare all'interno la macchina amministrativa.
  • Quali erano le tue aspettative? Essere me stessa, svestendo i panni da giornalista locale per accogliere con maggior spontaneità input nuovi. Tra le varie supposizioni balenate in testa, l'idea di una formazione continua derivante dai dipendenti dell'amministrazione comunale e quella di poter comprendere l'iter burocratico alle spalle di ogni progettualità.
  • Cosa hai fatto per sceglierlo? Seguendo il consiglio di un'amica, ho dato un'occhiata all'apposito sito web di SCUP Trentino e individuato i bandi provenienti da enti pubblici.
  • Come sei stato selezionata? Sono stata contattata dall'Ufficio comunale competente a seguito di un primo colloquio di selezione, e dall'allora Olp, ovvero l'Assessora con la quale avrei poi vissuto l'esperienza quotidiana.
  • Come sei stato introdotta? Il primo giorno ho ricevuto una prima infarinatura sulle mansioni e sulle competenze dell'Assessorato legato al progetto SCUP anche se, per esperienza professionale, poco mi era sconosciuto.
  • Come ti hanno accolto? I dipendenti del Comune hanno mostrato da subito curiosità ed entusiasmo, dando prova dell'effettiva dimostranza durante l'anno grazie alle collaborazioni, alle riunioni, agli iter burocratici che vedono coinvolti più responsabili. Con un paio di loro sono tutt'ora in contatto e ritengo di aver instaurato un legame speciale.
  • Quali erano i tuoi compiti? Seguire in toto le azioni dell'assessora, nell'accezione più ampia del termine: monitorare i progetti già attivi negli ambiti di competenza di tale assessorato, controllarne la posta personale e protocollata (rispondendo post confronto con l'assessora), abbozzare atti amministrativi da sottoporre a successiva verifica, gestione dei social network corrispondenti, partecipare alle riunioni interne all'amministrazione e agli incontri con altri Enti del territorio, mantenere i rapporti con le associazioni culturali per sostenere le loro idee e il loro potenziale grazie all'istituzione di un apposito sportello. Questo ha permesso poi di allargare la visione verso uno sportello di ascolto per le esigenze dei giovani.
  • Cosa non ti piaceva fare? Nel tempo mi sono resa conto di cadere spesso nell'errore di fornire una disponibilità a 360° gradi, anche nei confronti di mansioni o tempistiche lontane dall'effettivo argine del "cosa poter fare".
  • Eri da sola? Se no, come ti trovi con gli/le altri giovani scup? Sì, nessun altro giovane Scup era presente nell'amministrazione di Dro. Ho avuto l'opportunità di collaborare con Nicole Caldara, in servizio civile presso l'Archivio storico del Comune di Arco. Lavorare a stretto contatto, specialmente in occasione del progetto estivo "Ci sto? Af-fare fatica!" (promosso dalle amministrazioni di Dro, Drena e Arco per gli adolescenti dell'Alto Garda e Ledro), ha dato vita a un'amicizia e a un supporto reciproco. Inoltre, ho conosciuto altri due giovani in servizio civile presso il medesimo ente, nel Comune di Arco.
  • Hai fatto la certificazione delle competenze? No, può sembrare strano ma ogni giorno si è rivelato una corsa verso gli obiettivi da raggiungere contro l'incedere del tempo.
  • Che ne pensi della formazione generale? L'ho trovata arricchente, sotto molteplici punti di vista. Ho apprezzato l'ampia scelta fornitaci, tanto a livello tematico quanto a livello di esperti chiamati in campo. Soprattutto, non si è limitata alle situazioni inerenti al servizio civile: ma ha abbracciato la contemporaneità, l'attualità e la voce delle battaglie più rilevanti sul piano sociale.
  • E di quella specifica? (senza andare nei dettagli) Avrei preferito riceverne di più, ma le dinamiche e il vissuto amministrativo del periodo non lo ha consentito.
  • Sei stata soddisfatta? Sì, ragionando a posteriori avrei dovuto ridimensionare alcuni meccanismi, ma resto soddisfatta del percorso fatto e di quanto raccolto.
  • Consiglieresti ad un giovane di fare questa esperienza? Perché? Sì, poiché fornisce uno slancio verso un settore di proprio interesse e alimenta la relazionalità sociale, fondamentale nel percorso professionale. La scelta di un progetto adatto è determinante: per questo, consiglierei di focalizzare l'attenzione su un progetto vestibile dalla propria personalità. Certo, è necessario rendersi conto di quello per cui si è stati selezionati: dare presuppone anche un equo ricevere e, per fare sì che questo avvenga, è doveroso garantire a se stessi diritto di parola, con educazione ma senza nascondigli inutili. Penso che il servizio civile aiuti molto a crescere anche in questo senso, è una palestra sociale.