Il "dietro le quinte" della lavorazione del cuoio e del verde
Certe volte non basta ascoltare l'altro, individuare problematiche e bisogni. Bisogna concretamente FARE.
Quando acquistiamo qualcosa, un prodotto o un servizio che sia, spesso non ci chiediamo chi l’abbia concepito, le ore dedicate e le energie profuse per realizzarlo.
Ci troviamo a fruire di quel prodotto la cui storia, identità e anima ci è ignota. Conosciamo, insomma, ciò che ci viene presentato dinanzi al momento dell’acquisto, ma non sappiamo nulla del suo “dietro le quinte” di produzione.
Oggi, attraverso questa storia di servizio civile, abbiamo la fortuna di raccontarlo.
Una storia che coinvolge Veronica e Sara, ragazze in servizio civile impegnate all’interno del Laboratorio del cuoio e della cartotecnica e del Laboratorio del Verde della Cooperativa Samuele (oltre che in attività di ospitalità e accoglienza presso Villa S. Ignazio). La particolarità che contraddistingue tali attività laboratoriali è che i prodotti artigianali che ne fuoriescono sono realizzati, in particolare, grazie all’apporto di persone che si trovano in situazioni di fragilità o in particolari condizioni di necessità.
Spesso l'operatore sociale afferma e promuove l’uso dell’empatia e dell’ascolto attivo, ma, seppur precondizioni fondamentali dell’aiuto, certe volte non sono sufficienti.
Non basta cioè ascoltare l’altro, individuarne le problematiche e richiamarne i bisogni. Per sostenere una persona che vive una o più fragilità è necessario mobilitare la dimensione del FARE. E questo vale per gli utenti come per gli operatori che lavorano a stretto contatto con essi. Infatti, afferma Veronica: “Solo facendo puoi capire se sai fare quella cosa. È solo mettendo in pratica che si riesce a conoscere se stessi e gli altri, come possono essere operatori, tecnici esperti o utenti”.
Attraverso la formazione alla lavorazione del cuoio, l’apprendimento delle tecniche di produzione di una borsa, di una cintura, di ceste, i corsisti imparano a sperimentarsi dentro le modalità e i ritmi di lavoro.
“Il bello è che attraverso queste attività capisci come parlare con ognuno di loro e approcciarti alle loro storie. Tutto questo perché sono attività che si portano avanti e si condividono insieme, si crea fiducia” - dice Sara.
Tra un confezionamento e l'altro si intrecciano quindi storie, si coltivano conoscenze e si creano amicizie.
Allora quella stessa borsa che si sta per acquistare si carica di nuovo significato: non più solo bene materiale, ma un vero e proprio bene "sociale", prodotto da chi, dietro le quinte, ci hanno speso energie ed impegno.
...Vuoi curiosare o acquistare qualche prodotto fatto dai corsisti? Trovi "Artelier", il negozio della Cooperativa Samuele, in via S. Marco, 18 a Trento!
A cura di S. Michelini