Provincia autonoma di Trento

Il calcio (femminile) e il servizio civile

Intervista a Alessandra Tonelli

Forse non tutti sanno che nel Servizio civile c'è una stella del calcio femminile! Alessandra Tonelli, classe 88 di Cognola, calciatrice italiana, attaccante e capitano del CF Sudtirol DAMEN.
L'abbiamo intervistata per conoscere la sua storia, la sua passione calcistica e la sua scelta di svolgere l'esperienza di Servizio civile!

Da dove nasce la tua attitudine e passione verso il calcio? Raccontaci la tua storia, dagli inizi fino al raggiungimento della vetta in serie A!
La mia passione per il calcio è nata all’età di 6 anni a scuola ed all’oratorio, dove mi confrontavo con i compagni e mi divertivo così tanto che decisi di iscrivermi alla squadra del paese (Calisio Calcio). Non provengo da una famiglia di calciofili, ma senz’altro nel corso degli anni ho fatto appassionare i miei genitori! Dopo le trafile con la squadra prettamente maschile, a 13 anni sono passata ad una femminile (ACF Clarentia) dove ho partecipato a campionati u14, serie C e il primo campionato di serie B, livello nazionale, a 16 anni. A 18 anni sono passata al SSV Vintl, squadra altoatesina che non ho più lasciato. Da qualche anno la mia squadra si chiama CF Südtirol ma solo a causa di un cambiamento di sede e dirigenza. Negli ultimi 10 anni abbiamo collezionato 3 secondi posti ma soprattutto 3 vittorie di campionato con due promozioni in serie A. Grandi sacrifici ma anche grandi soddisfazioni!

Hai scelto il progetto “Sport per tutti a Lavis” in base alle tue attitudini allo sport e al calcio?
La mia passione per lo sport è stata senza dubbio determinante per la scelta del progetto. Sono laureata in Scienze motorie e mi occupo quotidianamente di sport sotto molteplici aspetti. Seguo la UISP da qualche tempo e il fatto che stia mettendo in campo numerose iniziative di sensibilizzazione alla pratica sportiva e di incentivazione al movimento per ogni fascia di età mi è da subito piaciuto. Il Comune di Lavis, con un’amministrazione “fresca” di carica e anagraficamente poteva rappresentare un terreno fertile nel quale e per il quale lavorare e così è stato. Come nel calcio, il gioco di squadra anche in questa situazione è stata la carta vincente!

Riesci a conciliare bene l’attività sportiva con il servizio civile?
Non essendo professioniste, dobbiamo allenarci la sera al termine delle nostre giornate lavorative e di studio. Non è sempre facile mentalmente e fisicamente affrontare km e km (ci alleniamo a Bz) dopo 6 o più ore di servizio civile però il gruppo è coeso quindi sono sacrifici che si fanno più volentieri. La domenica quando porto gli utenti a fare passeggiate nei dintorni di Lavis preferirei potermi riposare dalla fatica della partita del sabato, però i sorrisi degli utenti ripagano lo sforzo fatto.

Cosa porterai via con te dopo l’esperienza di servizio civile?
Il servizio civile mi ha permesso di ampliare gli orizzonti soprattutto grazie alla rete di contatti, confronti e dialoghi con persone conosciute internamente ed esternamente all’ente. Inoltre mi ha permesso di mettere alla prova le mie capacità nella pianificazione e gestione di alcune attività, sia autonomamente che sotto guida attenta di personale esperto e all’interno di equipe. La formazione generale e specifica inoltre offre spesso spunti interessanti per accrescere conoscenze e competenze spendibili in più ambiti lavorativi e/o personali.

Consiglieresti il servizio civile ad altri giovani?
Senz’altro! Si tratta di una possibilità concreta di crescita, se affrontato con spirito di iniziativa e senso critico. A volte non tutto può andare come ci si aspetta ma l’importante è saper valutare le situazioni e all’interno di queste trovare spazio per riflessioni su se e su ciò che ci circonda. È un’ottima occasione di ampliare la rete di conoscenze e anche di sentirsi parte di un gruppo, un gruppo di volontari che si impegna nel sociale ma non solo. Un gruppo di giovani con voglia di fare e mettersi in gioco, che guarda al futuro con speranza e provando a dare il proprio contributo, perché no, per un mondo migliore.

A cura di S. Michelini