Provincia autonoma di Trento

Ci sono stati momenti molto spontanei e in cui sentivo di poter esprimere le mie idee liberamente: mi sono divertito molto.

Achille ha svolto il servizio civile dall’1/6/2023 al 31/5/2024 presso il Comune di Trento.

In quale ambito operativo si è sviluppato il tuo progetto di servizio civile?
Nella biblioteca comunale di Trento. Il titolo era: “Per la meraviglia”.

Perché hai scelto questo progetto?
Ho scelto questo progetto perché mi avrebbe portato a lavorare ogni giorno a contatto ravvicinato con persone di tutte le età, mettendo in gioco la mia creatività, in un ambiente di lavoro che ho sempre sottovalutato ma allo stesso tempo trovavo affascinante come la biblioteca.

Quali erano le tue aspettative?
Francamente, non ero pienamente conscio di quello che stavo iniziando e siccome nei primi giorni avevo paura che tutte queste novità e la mia inesperienza mi avrebbero sopraffatto ho temuto che questa esperienza vedesse la fine già nel primo mese. Quindi non mi aspettavo molto, meno male che non ho mai mollato.

Come sei stato selezionato dall'organizzazione?
È un aneddoto che mi piace sempre ricordare. Avevo fatto un provino-colloquio in cui mi ero presentato e avevo raccontato le mie esperienze e competenze cercando di essere il più persuasivo possibile. La selezione, però, prevedeva una seconda fase dove avrei dovuto leggere un albo illustrato a mia scelta. 

Il giorno prima avevo fatto quattro repliche di uno spettacolo su Dante a Rovereto con la mia compagnia teatrale e avevo perso quasi completamente la voce. Mi sono preparato “La cicala e la formica” ma la voce era così andata che chi passava davanti alla stanza della prova aveva l’impressione che dentro ci fosse il presidente del senato La Russa, di cui tutti conoscono la voce bassa e roca.

Come sei stato introdotto operativamente all’interno dell’organizzazione?
Nella prima settimana siamo stati affiancati dalla nostra OLP, Barbara, in un tour della biblioteca per la conoscenza di tutti gli/le operatori/trici e le funzioni dei vari uffici. Nei giorni successivi abbiamo individualmente fatto il giro delle biblioteche decentrate nelle circoscrizioni di Trento e lì abbiamo conosciuto i/le bibliotecari/e, oltre ad aiutarli/e in piccoli lavoretti di ricollocazione dei libri.

Come sei stato accolto?
Abbastanza bene. Tutti/e sono stati/e accoglienti: sembravano contenti e soddisfatti delle scelte fatte. Col passare dei primi mesi abbiamo compreso che eravamo stati/e selezionati/e con un criterio tale da consentirci di essere operativi e funzionali, ognuno al suo posto.

Quali erano i tuoi compiti come giovane in servizio civile?
Organizzare appuntamenti di lettura con le scuole, le biblioteche e i centri diurni per anziani; scegliere degli albi illustrati/storie appropriate per l’occasione; sviluppare delle locandine per promuovere gli eventi di lettura pomeridiani e leggere in modo chiaro ed interessante le storie scelte usando le tecniche di lettura che mi sono state insegnate nei primi mesi di formazione specifica con la OLP.

Cosa ti piaceva fare?
Sicuramente leggere per il pubblico più giovane (si intendono asili nido e scuole materne) e disegnare le locandine. Sono stati momenti molto spontanei e in cui sentivo di poter esprimere le mie idee liberamente: mi sono divertito molto.

Cosa non ti piaceva fare?
Dover accettare le critiche costruttive e di conseguenza rifare le locandine. Ma oggi riconosco di essermi spesso sopravvalutato: se avessi operato in maniera più funzionale molti di quei momenti che consideravo sgradevoli, di critica, me li sarei risparmiati. 

Come ti sei trovato con gli/le altri/e giovani SCUP?
Oltre a me c’erano altri quattro ragazzi/e. Non è stato facile adattarsi allo stile del lavoro di gruppo. Nel tempo, com’è normale che sia, ci sono stati diversi alti e bassi nel nostro ufficio, però siamo sempre riusciti a lavorare bene e tirar fuori qualcosa di buono in ogni cosa che abbiamo fatto rispettando ognuno i tempi e gli spazi di lavoro degli/delle altri/e.
Ho avuto dei buoni rapporti anche con chi era in servizio civile negli altri settori della biblioteca.

Hai fatto la certificazione delle competenze?
Ci puoi scommettere! È stato davvero impegnativo ma lo consiglio a chi si trovasse in dubbio perché, oltre a dare più credibilità al mio curriculum e alla mia annata, mi ha aiutato a fare un bilancio complessivo del mio lavoro basandomi su fatti e dati oggettivi e non solo sui ricordi o sulla soddisfazione immediata tratta in qualche circostanza.

Cosa pensi della formazione generale organizzata mensilmente dall'Ufficio Servizio civile?
Pur essendo cosciente che un incontro di 6 ore (per quanto intensive) non possa formare in maniera appropriata una persona, devo dire che la formazione generale è stata utile: ogni mese non vedevo l’ora che arrivasse. Ho avuto la possibilità di imparare cose nuove molto interessanti che ancora oggi sto usando, socializzare con persone nuove e staccare dal mio ufficio e da quei rompiscatole dei miei colleghi e superiori (lo dico con affetto).

Cosa pensi della formazione specifica proposta dall'organizzazione dove hai svolto servizio civile?
È stata essenziale. Non nascondo che qualche volta mi sono annoiato ma non posso negare che le persone che ci hanno formato sono sempre state, oltre che competenti, anche appassionate dei temi di cui trattavano. Sono riusciti/e a rendere interessante qualcosa che da fuori sembra concettualmente polveroso e insipido: conoscere come funzionano i libri e il sistema bibliotecario. Non era facile!

Sei stato soddisfatto della tua esperienza?
Decisamente sì. Non è che siano mancati momenti in cui mi sono sentito a disagio, ma in quei casi ho avuto la fortuna di imparare delle lezioni che mi hanno aiutato a maturare col tempo, mi hanno insegnato a vivere la vita con un'attitudine più rilassata e a ricercare la felicità attraverso obiettivi più semplici ma non meno importanti e, dunque, a cambiare valori e priorità.

Consiglieresti ad un/una altro/a giovane di fare questa esperienza? Perché?
La risposta è: "Sì, assolutamente”!
Ricordo che mentre cercavo di inserirmi, nei primi giorni del progetto, un bibliotecario (che mi vedeva preoccupato) mi consolò con queste parole: “Puoi fare del tuo servizio civile quello che voi, quindi prova a trarne il meglio finché dura”. Ora posso dire che aveva dannatamente ragione!
Sono convinto che ognuno/a vada a fare questa esperienza animato/a da motivi diversi l’uno dall’altro e non sempre chiari.
Per questo ciò che se ne trae alla fine è differente. Per qualcuno il servizio civile diventa “l’esperienza-che-ti-cambierà-la-vita”, com'è stato per me e per altri “colleghi”.
Diverso è ciò che rimane a chi voleva solo provare un nuovo mestiere o addirittura voleva tentare di farsi assumere. Poi ho conosciuto anche altri/e giovani che l’hanno percepito un po’ come una perdita di tempo ed erano motivati solo dal compenso, perché quei 600 euro mensili servivano.
Io ho deciso di fare il servizio civile prendendomi una pausa dal mondo del lavoro per farne un anno di crescita, introspezione ed esplorazione e ora sento che è stato un successo.
In definitiva lo consiglio vivamente a tutti/e ma deve essere chiaro che l’esito dipende completamente da quanto ci si voglia mettere in gioco e scommettere in questo «investimento».