Avevo sperimentato alcune cose ma avevo bisogno di un periodo dove capire se era davvero quella la strada
Intervistiamo Emanuele Pastorino, SCUP presso il forum per la Pace
In quale ente hai fatto servizio civile?
Ho fatto servizio civile al Forum trentino per la pace e i diritti umani o Forumpace: si tratta di un organismo del Consiglio provinciale composto da 53 associazioni della società civile e del volontariato provinciale e da 12 tra enti locali, fondazioni ed enti di ricerca.
Perché hai scelto quel progetto?
La verità è che, quando ho fatto domanda, ero in un momento di grande incertezza: dopo l'Università (mi sono laureato in Giurisprudenza qui a Trento) mi sono candidato per fare il dottorato per tre volte e non è andata. Nel frattempo, ho svolto 18 mesi di tirocinio in Tribunale mantenendo le attività di volontariato e attivismo che avevo già iniziato durante gli studi. Morale: il tirocinio è stato molto stimolante ma mi ha anche chiarito che la carriera forense non faceva per me, più da un punto di vista di "tenuta personale" che perché non mi appassionasse o piacesse.
Quindi all'inizio dell'inverno del 2020, dopo aver passato un lungo periodo in quarantena, il morale era abbastanza a terra: ho scelto il progetto del Forum perché conoscevo quella realtà, il modo in cui lavora, la sua capacità di mettere assieme reti e progetti.
Ed è quello che volevo imparare a fare anche io: facendo volontariato - in Università e fuori - avevo sperimentato alcune cose ma avevo bisogno di un periodo dove capire se era davvero quella la strada. E ha funzionato.
Quali erano le tue aspettative?
Ho un po' anticipato la risposta: conoscendo il Forum e il suo metodo, la mia prima aspettativa era quella di impararlo, di capire come adattarlo - magari - a quello che faccio giorno per giorno, per trasformare l'attivismo in lavoro (male non fa) oppure per trovare, nella confusione e nella fatica di questo lungo, lunghissimo momento, strade, idee, reti e progetti.
Insomma, mi è capitato di descrivere il Forum come una "magistrale condensata ed estremamente pratica": l'aspettativa era di uscirne con un bagaglio di esperienze, reti, contatti e relazioni più forte di quanto non fosse entrando. E, perché no, di dare all'anno passato lì anche un po' di me. Sulla prima parte, sono sicuro che abbia funzionato. Per la seconda, mi piace pensarlo.
Cosa hai fatto per sceglierlo?
Ho visto il progetto: a dire la verità ero in dubbio con un altro progetto che poteva essere nelle mie corde. Perciò ho contattato Riccardo, chiesto qualche info in più, letto le informazioni e le attività che svolgevano dal sito: credo che sia stato così che ho scelto di presentare domanda.
Come sei stato selezionato/a?
Nel modo più classico: con un colloquio.
Come sei stato introdotto/a?
Vista la situazione della pandemia - ho iniziato il progetto a febbraio 2021 - la formazione generale si è svolta tutta online mentre l'introduzione vera e propria al Forum è avvenuta con un paio di giornate dove ci sono state raccontate le mille attività che, nonostante la pandemia, comunque bollivano in pentola. Insomma: ci siamo buttati in acqua, per vedere come andava ;)
Come ti hanno accolto?
Bene, anche se è la risposta più banale: il fatto che ci fossero tante attività in elaborazione, sinceramente, mi ha esaltato. Mi piace la confusione creativa e quindi entrare subito dentro le dinamiche, capire dove poteva servire una mano e quanto rilanciare sulle proposte e le iniziative è stato divertente.
Dopo di che, Riccardo - il nostro OLP - e Luisa - impiegata al Forum - ci hanno accolto meravigliosamente: parlo al plurale perché insieme a me ha svolto servizio civile anche Mattia, e anche il fatto di entrare in due credo che abbia aiutato.
All'epoca svolgeva tirocinio al Forum Melissa: anche il confronto con lei è stato preziosissimo per orientarci dentro al mondo Forum.
Dopo di che, fin dai primissimi giorni abbiamo incontrato anche Massimiliano e Katia, presidente e vicepresidente del Forum, che stavano curando - tra le altre cose - il lungo percorso di avvicinamento al trentennale (che abbiamo celebrato lo scorso anno) e anche da parte loro l'accoglienza è stata straordinaria.
Quali erano i tuoi compiti?
Il progetto prevedeva compiti misti, a cavallo tra la comunicazione di progetto e la progettazione vera e propria: quindi capitava di fare un po' tutto, un po' alla volta nel tempo. Dalla costruzione dei contenuti per i social e il sito fino alla programmazione di percorsi educativi passando per gli interventi nelle classi o la facilitazione di gruppi. Prima, quando parlavo di "confusione creativa", intendevo proprio questo: la possibilità di vedere tutto, di scegliere quello che più faceva per noi, è stata al centro della prima parte del percorso SCUP. E io ho scelto la confusione: trovo stimolante seguire progetti anche molto diversi, dover cambiare costantemente punto di vista e ruolo, capire come intersecare bisogni diversi (anche di agenda).
Cosa ti piaceva fare?
Se devo pensare ad un'attività che ho adorato - e forse una di quelle che, iniziando il percorso, più temevo - è stato il lavoro con le scuole superiori, dagli ingressi in aula alle progettazioni: cito OTIUM, tra tutte, perché ho adorato lavorare con quellǝ ragazzǝ, forse anche perché sapevano e sanno creare un'entropia incredibile, che spesso portava a far saltare in aria intere riunioni o programmi. Ecco, lavorare con loro in una posizione "semi-peer" (il referente del progetto rimaneva Riccardo, ma è stato uno di quei contesti in cui ho avuto modo di lavorare con un po' più di autonomia) e in collaborazione con un mondo (quello delle associazioni universitarie) che già conoscevo, è stato divertente.
E ha dato spazio ad altre idee: per i vent'anni dal G8 di Genova, anche partendo dal confronto con alcunǝ ragazzǝ di OTIUM ho proposto al Forum e abbiamo realizzato (insieme alla libreria due punti, ad ARCI del Trentino e alla CGIL del Trentino) un micro-percorso di avvicinamento con giovani di alcune associazioni e realtà (OTIUM, Amnesty Trento Giovani, Polieticus, Rise Experience, UDU Trento e Rete degli Studenti), in cui ci siamo confrontati, aiutatǝ da ricercatori e ricercatrici dell'Università e della Fondazione Museo Storico del Trentino, su cosa volesse dire fare mobilitazione oggi e che differenze ci fossero con il 2001. Insomma, lavorare con loro mi ha restituito moltissimo.
L'altro aspetto che mi è piaciuto e che ancora porto avanti, per quanto possibile, riguarda
Vivila in 3D
, all'origine una campagna di sensibilizzazione che alcunǝ ragazzǝ in servizio civile avevano iniziato a progettare sulle ceneri di Coglila e che ci ha impegnatǝ per tutto l'anno. Oggi Vivila in 3D esiste ancora e chissà cosa diventerà: sicuramente avere la possibilità di sperimentare strumenti, raccontare persone e storie, in piena autonomia e secondo la nostra sensibilità e dal nostro punto di vista è stato ed è meraviglioso.
Cosa non ti piaceva fare?
Lo ammetto, mi sono divertito molto lungo tutto il percorso: se proprio devo trovare qualcosa che ogni tanto mi ha pesato, forse è proprio la formazione - ma ne parlo sotto ;)
Eri da solo/a? Se no, come ti trovi con gli/le altri giovani scup?
Come dicevo, no: ho fatto servizio civile insieme a Mattia, per tutto il percorso, mentre da settembre si è aggiunta anche Clizia.
In generale, mi sono trovato molto bene con loro e con tuttǝ lǝ ragazzǝ in SCUP che ho incrociato, in particolare con quellǝ di Vivila in 3D (<3). Con Mattia e Clizia, per motivi molto diversi - la pandemia e le agende non semplicissime, nel primo caso; la pandemia e il fatto che fossimo in momenti diversi, nel secondo - non si è probabilmente cementato completamente il rapporto ma lavorare con loro è stato stimolante.
Hai fatto la certificazione delle competenze?
No, alla fine no ;)
Che ne pensi della formazione generale?
Ecco, come dicevo prima, forse la formazione è la parte che - in alcuni momenti - ho trovato più pesante ma per un motivo molto biografico e scollegato dalla formazione di per sé: il servizio civile, per necessità, deve guardare e parlare ad una platea di giovani molto diversi, una platea dentro la quale io ero e rimango un anziano. Perciò, a volte, ammetto che quelle ore le avrei passate più volentieri in ufficio (Direttore, voglimi bene lo stesso però).
Al netto di questa scemenza qui, però, la formazione è sempre stata di livello e ha saputo adattarsi e resistere anche alla distanza: le formatrici e i formatori che ho incrociato sono statǝ splendidǝ nella maggior parte dei casi, e anche in quelle formazioni dove magari il cervello volava in ufficio, ho comunque portato a casa spunti e idee. E, comunque, per esperienza so che in presenza sarebbe stata tutta un'altra storia ;)
E di quella specifica? (senza andare nei dettagli)
Da questo punto di vista, essendo calata sul progetto, è stata parte fondamentale del percorso: quando dicevo "una magistrale condensata", ecco la formazione specifica è stata parte fondamentale del pacchetto.
Sei stato/a soddisfatto/a?
Vado di sintesi, perché credo si capisca dalle altre risposte: sì.
Consiglieresti ad un giovane di fare questa esperienza? Perché?
Certamente: sia che sia unǝ giovane in uno stato di confusione, come lo ero io, che qualcunǝ con idee più chiare. E, ovviamente, a prescindere dal progetto: io al Forum ho avuto la fortuna di trovare una casa da abitare, uno di quei posti dove a prescindere da tutto ti senti in pantofole e tuta, a tuo agio.
Ecco, il consiglio per chiunque voglia tentare un percorso SCUP è quello di trovare un posto così, un progetto così: essere confusi e sentirsi fragili a 18, 23 o anche a 28 anni è una sorta di presupposto, non una debolezza, non il segnale di un presente e un futuro di sconfitte. Da quella fragilità possiamo attingere. C'è una frase di Stig Dagerman che mi sta molto a cuore: "Qualsiasi cosa decida di fare, non dimentichi mai che non è prigioniera della strada scelta. Ha tutto il diritto di cambiarla, se sente di essere sul punto di perdersi". Lui la rivolgeva 70 anni fa ad una diplomata che gli scriveva chiedendogli consiglio su cosa fare una volta uscita dalle superiori.
Ecco, dopo tutti quegli anni, serve tenerla a mente: il mio percorso SCUP è la strada che ho scelto quando sentivo di essere sul punto di perdermi.
Alla fine, quella è stata la mia motivazione. Allǝ altrǝ posso consigliare di seguire le proprie: in un mondo dove tanti lavori hanno un accesso completamente bloccato, il Servizio civile non è - più solo - una parentesi, ma è un modo di iniziare; in un territorio dove impegnarsi, specie in alcuni campi, sembra difficile, il Servizio civile è un modo di iniziare; in un momento dove i percorsi lineari - scuola, lavoro, casa, famiglia, figli - che avevano insegnato, almeno alla mia generazione (ma mi rendo conto che la mia generazione non è più una generazione SCUP), sono stati spazzati via, almeno da queste parti, il Servizio civile è un modo di iniziare percorsi fatti di curve, battute d'arresto e ripartenze.
Consiglierei questa esperienza per tutte queste ragioni, più una (un po' strana, lo so): entrare a fare Servizio civile dà modo a persone molto giovani di star dentro a meccanismi che spesso non le vedono coinvolte, a parlare con persone con cui altrimenti non parlerebbero, a proporre - semplicemente con il loro modo di essere - un punto di vista diverso. E che il Servizio si svolga in un ufficio pubblico, o in una cooperativa, in una RSA o in un cantiere comunale, quella prospettiva diversa ha un valore gigantesco e un impatto - potenziale - dirompente: un motivo in più per fare Servizio civile è quello di continuare.